Albert Einstein
Fisico e filosofo,nacque il 14 Marzo 1879 in Germania.
Albert Einstein, nel 1896 rinunciò alla cittadinanza tedesca. In quello stesso anno si diplomò e fu ammesso al politecnico di Zurigo.
Secondo la mappa proprio questo è il suo anno emblematico, da qui partì un viaggio che lo portò a molteplici scoperte e ad un premio Nobel.
Calcolando la sua mappa dei talenti troviamo il 6 in personalità profonda, possiamo dedurre da questo che fosse un cervello doppio.
Il 6 è nella giovinezza eterna, non vuole crescere, ha il viso da bambino anche da adulto infatti la prima immagine di Einstein che salta alla mente è quella di un uomo scapigliato che fa una linguaccia.
Il 14 nel desiderio di vita si riferisce ad una persona che ha bisogno di legami con tutto quello che fa, ma che potrebbe avere delle dipendenze.
Nel caso specifico probabilmente la dipendenza dal lavoro e dallo studio della fisica.
Il 9 nel lavoro ci indica che deve lavorare da solo, mettendo le cose continuamente in discussione. Questo, insieme al 10 in relazione sociale, che indica il desiderio di aiutare gli altri ad evolvere, ha stimolato la sua attività sia in ambito scientifico che filosofico.
Il 15 in equilibrio porta a sviluppare le passioni. Con il 3 in risposta automatica si tende a tagliare le comunicazioni o cercare l’amante, cosa che accadde ad esempio quando il suo primo matrimonio con Mileva Marić era in crisi.
Il 17 nel nido lo spinge ad una sacralizzazione dei propri spazi ed il 21 in relazione amorosa richiede che la partner lo lasci libero.
Probabilmente questa è la ragione per cui il secondo matrimonio con la cugina Elsa Einstein funzionò.
Il 7 in memoria genealogica ci suggerisce la domanda: chi non è potuto partire?
E in risposta a questa domanda troviamo l’azione verso la scienza, ma anche verso i miglioramenti sociali a livello mondiale.
Concludo con un suo aforisma che credo lo descriva completamente: “Lo studio e, in generale, la ricerca della verità e della bellezza sono una sfera di attività nella quale ci è consentito di rimanere bambini per tutta la vita.”
Francesca Mamone
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